Cosa succede in città

Dal mondo del progetto e della creatività giungono riflessioni stimolanti, frutto di ricerche che, alla luce dei cambiamenti degli ultimi due anni, stanno contribuendo a reinterpretare il nostro modo di guardare alla città e ai suoi cambiamenti. 

Ecco una selezione dei contributi più stimolanti in arrivo da Roma, Milano e Torino, tre città la cui complessità è da sempre terreno fertile per un dibattito ricco e avvincente sul futuro dell’ambiente costruito.

ROMA – Riscatti di città

Palazzo Merulana, luogo simbolo della rigenerazione, ospita Riscatti di città, la mostra-progetto che aiuta a ripensare lo sviluppo urbano contemporaneo di Roma. A cura di TWM Factory e H501 City Hub, in collaborazione con CoopCulture.

Dal 2019 il giovanissimo hub creativo di TWM Factory si sta dedicando ad indagare la città di Roma, avendo come focus della ricerca i luoghi e i modi della rigenerazione. Nella mostra appena inaugurata sono presentate due grandi mappature, una dedicata agli edifici dismessi e in corso di riqualificazione (circa 430) e una ai centri culturali informali (più di 250) che, come specificato da Nicola Brucoli, uno dei curatori, “in questi due anni stanno dimostrando il loro potere rigenerativo dei territori e delle comunità, basti pensare che il 30% di questi hanno aperto negli ultimi due anni e che più del 50% sono gestiti da under 35”.

La mappatura presentata in mostra è anche online ed interattiva grazie alla piattaforma di crowd-mapping https://riscattidicitta.firstlife.org/ co-creata con il Dipartimento di Informatica dell’Università degli Studi di Torino attraverso il social network civico FirstLife (di cui abbiamo parlato nella cartolina n°27). Lo strumento è l’occasione non solo per coinvolgere la cittadinanza nella mappatura, ma per pensare alle rigenerazione come ad un’opportunità per sperimentare nuovi modelli di governance che permettano a tutti gli attori urbani, cittadine e cittadini compresi, di essere parte attiva in quel processo di recupero socialeeco-centrismo e transizione digitale dell’ambiente urbano contemporaneo. Oltre alle mappature, in mostra sono stati allestiti due progetti fotografici, una serie di illustrazioni d’autore, un’installazione green e una galleria di progetti in corso, su grande scala, che hanno a che vedere anche con la mobilità sostenibile, un tema urgente, soprattutto in una città complessa come Roma.

Il mix di esempi e progetti, le diverse indagini e scale, i supporti divulgativi multilivello, lasciano davvero intendere che Riscatti di città sia l’occasione per costruire un dialogo collettivo, in cui le e i giovani sono protagonisti. Starà alle istituzioni coinvolte, alla politica e anche al mondo economico dare ascolto a tutte le voci che da oggi in avanti si faranno sentire, perché la rigenerazione è un’azione corale che si sgretola non appena i solisti si impongono in virtù di prestazioni migliori. È tempo di sovvertire la narrazione!

Per info sulla mostra e sul calendario di eventi correlati: https://riscattidicitta.it/


MILANO – Milan Public Space

Il giovane studio Quinzii Terna Architecture ha messo a punto una ricerca approfondita sullo spazio pubblico della città di Milano convogliata in un “atlante in divenire dello spazio di tutti”.

Da quando, nella primavera di due anni fa, le nostre vite sono state contratte all’interno dello spazio privato, la questione su quello pubblico è improvvisamente diventata urgente e oggetto di moltissime attenzioni. Ma per intavolare una discussione serve prima conoscere quello di cui si sta parlando. Per questo la prima domanda è: conosciamo lo spazio pubblico? A quanto pare no, dato che, come hanno fatto notare Chiara Quinzii e Diego Terna, non esiste un cartografia dello “spazio di tutti”, né tantomeno database, catalogazioni e censimenti a cui le amministrazioni pubbliche possano fare riferimento. Come si può amministrare e migliorare qualcosa che non si conosce? Così la giovane coppia di architetti ha preso l’iniziativa e, a partire da foto aeree ed esplorazioni di campo, ha dato vita alla più completa mappatura e catalogazione dello spazio pubblico della città di Milano, mai prodotta fino ad ora.

https://issuu.com/letteraventidue/docs/596_issu

In breve tempo si sono resi conto di avere tra le mani uno strumento, o meglio una pratica, a cui tutte le città hanno diritto, perché per intervenire nei territori, con e per le comunità è prima di tutto necessario conoscere la loro “consistenza”, sapere in quali micro-luoghi la cittadinanza si riconosce e si esprime, individuare i luoghi di prossimità. Solo così le istituzioni potranno “reinventare le città” in un modo efficace, sostenibile, adeguato e in collaborazione con cittadine e cittadini. La ricerca su Milano ha dato così il via ad altre mappature, coinvolgendo istituzioni e università in Olanda, Cina, Honduras, grazie alle quali stanno emergendo riflessioni molto interessanti sul modo in cui diverse nazioni e culture pensano e vivono lo spazio pubblico, dimostrando l’importanza di strategie sartoriali, pensate su misura per le città stesse. Gli autori hanno restituito un bisogno fisico e propedeutico all’uso dell’ambiente urbano, che speriamo si estenda presto a tutte le città italiane e che, come loro stessi auspicano, serva per riflettere sull’urgenza di “creare un assessorato sullo spazio pubblico, un dipartimento che si dedichi costantemente a studiare e monitorare lo spazio di tutte e di tutti”.


TORINO – Foodification

“Foodification – Come il cibo abbia influito sulla trasformazione urbana” questo il titolo della riflessione ironica e provocatoria dell’omonimo collettivo torinese, nato nel 2017 dall’incontro tra Paolo “Tex” Tessarin e Marco Perucca.

© https://www.foodification.it

Foodification (che non a caso fa rima con gentrification) offre, con diverse forme espressive, una riflessione critica sul modo in cui le istituzioni intendono la città e sugli effetti collaterali delle politiche di riqualificazione. Più sopra si parlava della rigenerazione come azione corale che va in frantumi quando sulla scena si impongono i solisti. Bene, secondo la coppia di artisti torinese il “cibo” o meglio il food è uno di questi e sta “distruggendo” la città. Come ben descritto nella serie di racconti distopici ispirati alla realtà della città di Torino, che oscillano tra “la presa in giro, lo sghignazzo e l’occhiolino”, alla base di tutto c’è un grande fraintendimento: rendere la città attraente e consumabile è la soluzione semplice ad un problema complesso quale il difficile equilibrio tra benessere, qualità della vita urbana ed economia. Un dilemma che ci accompagna da decenni e che ora, nello scenario post-pandemico, fatto di conflitti e di misure sostenibili, risulta ancora più urgente e difficile. Foodification usa diversi strumenti, dal teatro alla scrittura, dalla musica ai podcast per dare voce e cercare di descrivere un fenomeno in cui siamo tutte e tutti coinvolti: la città come prodotto. Le narrazioni di Tex e Perucca sono divertenti, ironiche, coinvolgenti ma lasciano l’amaro in bocca sottolineando, con aneddoti quotidiani che ciascuno di noi avrà vissuto almeno una volta nella vita, che: “è tutto un affannarsi di mettere in scena una società post-classista, trans-classista, democratica, universalista, aperta che collassa non appena la si guardi da vicino […] e il food con la sua spocchia cosmopolita finge di annullare differenze sociali mentre queste corrono come non mai”. Le storie insegnano a riconoscere, nella retorica della politica, i segnali d’allarme di un modo di usare la città che molto presto, forse già nel presente, ci metterà di fronte ad un ambiente urbano reso ostile e invivibile da noi stessi. È urgente allenare il nostro occhio ad essere disincantato, talvolta cinico, ma almeno “inadatto a farsi prendere per i fondelli dai guru della moda di turno”.